Si terrà il 28 gennaio a Milano il XXIII Convegno ANGAISA
Il XXIII Convegno nazionale ANGAISA – “ITS 2022. Dalla gestione dell’emergenza alle sfide della nuova normalità” – si terrà venerdì 28 gennaio 2022, dalle 9.00 alle 13.30 circa, presso l’Auditorium del MICO Milano Congressi, in piazzale Carlo Magno 1.Si tratterà del primo grande evento associativo organizzato in presenza, dopo l’emergenza pandemica, che verrà gestito garantendo l’applicazione rigorosa di tutti i protocolli di sicurezza (distanziamento interpersonale, controllo green pass, ecc.).Il focus sarà inevitabilmente rappresentato dall’analisi dei dati di mercato, tenendo conto del consuntivo 2021 e soprattutto degli scenari 2022-2023, con la preannunciata proroga di bonus e superbonus, che hanno consentito di dare un contributo importante alla “ripartenza economica” del Paese dalla fine del 2020. A breve saranno resi noti il programma congressuale e le modalità di iscrizione.
BONUS EDILIZIA
Proroga fino al 2024 per sconto in fattura e cessione del credito
Il Presidente Mattarella ha firmato la legge di bilancio, costituita da 219 articoli, che passerà ora al Senato per l’avvio del relativo iter parlamentare. Per quanto riguarda i bonus fiscali, sono state sostanzialmente accolte le richieste di ANGAISA e di altre associazioni del comparto edilizio; la proroga dei bonus ristrutturazioni e dell’ecobonus fino al 2024 sarà infatti accompagnata da una analoga proroga dello sconto in fattura e dalla cessione del credito. Per quanto riguarda il superbonus 110% i due meccanismi resteranno applicabili fino al 2025, ma l’aliquota di riferimento (con modalità applicative differenziate per condomini e unità unifamiliari) scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Per ora resta confermata l’introduzione del limite ISEE di 25mila euro annui per potersi avvalere del Superbonus, in caso di spese sostenute entro il 31.12.22 relative a lavori su abitazioni unifamiliari (cd. “villette”).
BONUS EDILIZIA
Pubblicato il decreto-legge antifrode
Nella Gazzetta Ufficiale n. 269 dell’11 novembre scorso, è stato pubblicato il decreto-legge n. 157/2021, recante “Misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche”, in vigore dal 12.11.21. Le nuove misure sono state adottate per arginare il fenomeno della cessione di crediti inesistenti, “soprattutto riferiti a interventi edilizi non effettuati”, come sottolineato da Ernesto Maria Ruffini, Direttore dell’Agenzia delle Entrate. Viene introdotto l’obbligo del visto di conformità di un soggetto abilitato (che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta) e dell’asseverazione tecnica di congruità dei prezzi (secondo i prezzari già in uso o i valori massimi che verranno stabiliti dal Ministero della transizione ecologica) anche per tutti i bonus edilizi diversi dal 110%.
Stime 2021, +25,2% gli investimenti nel residenziale
Il CRESME ha presentato a Verona il nuovo Rapporto congiunturale e previsionale, che presenta una fotografia aggiornata degli scenari evolutivi dell’edilizia e degli investimenti nel settore costruzioni. Per quanto riguarda il 2021 è prevista una crescita in valori costanti degli investimenti complessivi pari al +17,6%, a cui dovrebbe fare seguito un ulteriore +6,6% nel 2022. Un incremento trainato soprattutto dai lavori di rinnovo nel comparto residenziale (+25,2%), grazie agli incentivi rappresentati da bonus e superbonus, e dalle nuove opere pubbliche (+15,4%). Restano le incognite legate alle effettive capacità, per il settore e le filiere di riferimento, di riuscire a sostenere la domanda del mercato con modelli di produzione e offerta quantitativamente e qualitativamente adeguati.
ECONOMIA
Rischio inflazione su consumi e ripresa
Lo “spettro” dell’inflazione continua a minacciare la ripresa dei consumi e più in generale la crescita economica del 2022. L’Ufficio Studi di Confcommercio ha tradotto in numeri queste previsioni, analizzando i possibili effetti di un rialzo dell’inflazione sui consumi delle famiglie nel quarto trimestre 2021. Nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3% si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi, che potrebbero arrivare fino a 5,3 miliardi nell’ipotesi di un’inflazione al 4%; in entrambi i casi, quasi i tre quarti della perdita deriverebbero da un’immediata riduzione del potere d’acquisto del reddito disponibile, il resto dall’erosione della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida. Su questa riduzione dei consumi pesa, peraltro, anche l’aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell’energia.
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