VERSO LA STRATOSFERA |
Serie “Historic prog bands live in Italy” Capitolo 49 – Charisma Festival – Reggio Emilia, Palasport – 20 gennaio 1973
Posted: 10 Dec 2018 03:35 PM PST
La storica etichetta discografica inglese Charisma Records, meglio conosciuta come ” The Famous Charisma Label“, è indissolubilmente legata al suo fondatore, Tony Stratton-Smith, ex giornalista e produttore discografico. Dal 1969 al 1987 (anno della prematura scomparsa dì Stratton-Smith) l’etichetta del “cappellaio matto” (personaggio chiave di Alice nel Paese della meraviglie) si assicurò una notevole schiera di gruppi e musicisti tra i più significativi della scena musicale britannica. Ne cito solo alcuni: Rare Bird, Genesis, Van Der Graaf Generator, Nice, Capability Brown, Audience, Lindisfarne, String Driven Thing. Anche Le Orme pubblicarono per la Charisma la versione inglese di ” Felona e Sorona” nel 1973, con testi di Peter Hammill.
Le punte di diamante degli anni ’70 furono naturalmente i Van Der Graaf Generator e i Genesis. Dopo la scioglimento delle due band, alcuni ex componenti ( Peter Hammill, Steve Hackett, Peter Gabriel, Tony Banks, Mike Rutherford) continuarono ad incidere per la Charisma. Nel 1983 l’etichetta fu acquisita dalla Virgin. Fra le ultime uscite in assoluto figurano gli album ” So” di Peter Gabriel e ” Invisible Touch” dei Genesis, entrambi certificati fra i maggiori successi di vendita dei rispettivi artisti e dell’etichetta stessa. Nel 1973, anche a seguito del forte e inaspettato successo ottenuto in Italia dai Van Der Graaf, e soprattutto dai Genesis, Tony Stratton-Smith volle riproporre nel nostro Paese la formula già sperimentata in Gran Bretagna, quella di una serie di concerti a basso costo con protagonisti alcuni alfieri della sua prestigiosa scuderia. Lo scioglimento improvviso degli Audience e dei Van Der Graaf Generator causò i primi problemi. Nell’ottobre 1972, complice il mitico Ciao 2001, si cominciò a parlare del Charisma Festival italiano. In fase iniziale vennero annunciati in cartellone Genesis, Lindisfarne, Peter Hammill e Capability Brown. In seguito, ma solo in teoria, vennero inseriti anche gli String Driven Things, gli Spreadeagle e il Balletto di Bronzo. Nessuno di questi tre gruppi partecipò al festival, anche se il Balletto fu imdicato sui manifesti. Ciao 2001, nel numero 3 del gennaio 1973, dedicò il titolo di copertina al Festival, seguito da un lungo articolo all’interno. Oltre all’incertezza sulla composizione della squadra, vi furono incertezze anche sulle date, dimostrando così le scarse capacità organizzative dei nostri promoter. I problemi organizzativi legati al Charisma Pop Festival (questa la denominazione finale) vengono riportati anche nel volume di Mario Giammetti, “Genesis gli anni prog”. Le prime date erano state pianificate il 18 gennaio al Palazzo dello Sport di Roma e il 20 al Palalido di Milano. In seguito la data di Roma venne posticipata al 22 gennaio. Ciò creò altri problemi: Lindisfarne e String Driven Thing erano impossibilitati a partecipare essendo impegnati in altro tour. La scaletta della serata venne allora ridotta ai soli Capability Brown, Peter Hammill & David Jackson e Genesis. Infine, le date finali furono quelle del 20 a Reggio Emilia (quindi niente Milano) e del 22 a Roma. All’ultimo momento vennero inserir anche i Lindisfarne. Secondo quanto riportato nella biografia inglese dei Van Der Graaf Generator, “The Book”, Armando Gallo provò fino all’ultimo a convincere i Van Der Graaf a rimettersi insieme per le due date del Festival, ma alla fine riuscì ad ottenere solo la presenza del fiatista David Jackson sul palco al fianco di Peter Hammill.
Le cronache dell’epoca riportano che a Roma il biglietto del concerto costava 1.500 lire per la gradinata e 2.500 per la platea e tribuna numerata. I due concerti, nonostante le difficoltà nell’organizzazione, ebbero un grande risultato di pubblico: a Reggio Emilia gli spettatori (paganti) furono circa 8.000, addirittura 18.000 a Roma, un numero sbalorditivo per questi gruppi che in patria raccoglievano qualche migliaio di spettatori, quando andava bene. Segno inconfondibile dell’amore per il progressivo rock che da sempre ha caratterizzato il nostro pubblico.
Siamo quindi giunti al momento della musica, con la presentazione dei protagonisti della serata di apertura del Charisma Pop Festival che, come già ricordato, si tenne al Palasport di Reggio Emilia il 20 gennaio 1973. Il post è stato realizzato a quattro mani, frutto della collaborazione tra il sottoscritto e l’amico Marco Osel. Ognuno di noi ha dato fondo ai suoi archivi musicali.
I set dei Capability Brown, Peter Hammill e Lindisfarne sono stati registrati direttamente da Marco Osel e -lo dico quasi con certezza- non sono mai stati pubblicati sul web fino ad oggi. Ho fatto lunghe ricerche in tal senso, ma non ho visto nulla in rete. Per tutti e tre i set ho effettuato il laborioso lavoro della identificazione delle tracklist. I due concerti dei Genesis (Reggio Emilia e Roma), nella loro integrità , provengono invece dai miei archivi. A ciò si aggiunge la ricostruzione storica dell’evento e la ricerca delle immagini. Set #1 – Capability Brown TRACKLIST 01. Beautiful Scarlet FORMAZIONE Tony Ferguson – vocals, guitar, bass I Capability Brown ebbero l’onore e l’onere di aprire il Charisma Festival di Reggio Emilia, Poco conosciuti in Italia, qualcosina in più in Inghilterra, ebbero vita breve, giusto il tempo di incidere due LP nel 1972 e 1973. Guidati da Tony Ferguson e Dave Nevin, basavano le loro sonorità musicali su un ottima miscela di impasti vocali sostenuta da strumenti acustici ed elettrici. Credo che sia un’occasione più unica che rara di ascoltarli dal vivo. La scaletta riprende quasi completamente il loro primo album, “From Scratch”, pubblicato nel corso del 1972. Nessuna traccia, invece, dal secondo e ultimo lavoro, “Voice”, ancora in gestazione al momento del concerto. Piccola curiosità: il nome della band è stato preso in prestito da quello di un celebre architetto inglese del paesaggio, vissuto nel Settecento, noto soprattutto per la creazione dei cosiddetti “giardini all’inglese”. Set #2 – Peter Hammill TRACKLIST: 01. The Lie (Bernini’s Saint Theresa) Peter Hammill, in forse fino all’ultimo, tant’è che il suo nome non apparve nemmeno sui manifesti, a poche settimane dallo scioglimento dei Van Der Graaf Generator si presentò sul palco di Reggio Emilia solo soletto, in compagnia della sua chitarra e di un pianoforte. (ndr – mentre sto scrivendo queste righe sto riascoltando in sottofondo “Pawn Hearts”). A differenza della tappa di Roma, in questa sede Hammill non fu raggiunto sul palco da David Jackson per condividere qualche riproposta del repertorio VDGG. Anche Osel, autore della registrazione, ricorda che il set di Peter Hammill fu molto breve, una sorta di anello di congiunzione tra i Capability Brown e i Lindisfarne. Opera ardua quella di ricreare le magie dei suoni dei Van Der Graaf con una semplice chitarra acustica e un pianoforte in un palasport di grandi dimensioni come quello di Reggio Emilia. Sinceramente l’ho trovato un po’ noioso e i cinque brani regalati al pubblico sono più che sufficienti. Il set si apre con The Lie (che finirà nel 1974 su “The Silent Corner and the Empty Stage”). Le altre tracce sono invece incluse nel disco “Chameleon in the Shadow of the Night”, sua seconda prova solista, che sarebbe uscita da lì a pochi mesi. Set #3 – Lindisfarne TRACKLIST: 01. No Time To Lose FORMAZIONE Alan Hull – vocals, acoustic, electric and 12-string guitars, keyboards, bass Uscito di scena Peter Hammill, entrano i grandi Lindisfarne, una delle costole più luminose del folk-rock britannico. Nati a Newcastle nel 1967 attorno alla figura di Alan Hull, chitarrista e autore di quasi tutti i brani, entrarono nella Charisma nel 1968. Conosciuti in tutti i college inglesi per i frequenti concerti e protagonisti di alcuni festival minori, uscirono allo scoperto nel 1969 incidendo il loro primo album, “Nicely Out of Tune”, contenente la strepitosa Lady Eleanor, primo grande successo in patria (proposta anche nel concerto di Reggio Emilia). Col secondo disco, “Fog On The Tyne” del 1971, i Lindisfarne andarono dritti in testa alle classifiche inglesi. Infine, con la pubblicazione di “Dingly Dell” del 1972 possiamo considerare ultimato il periodo di maggiore fertilità artistica del gruppo. Da notare che tra lunghi silenzi e reunion i Lindisfarne sono rimasti attivi fino ai primi anni 2000. Il concerto di Reggio Emilia, assolutamente inedito fino ad oggi, raggruppa brani tratti proprio da questi tre primi album. Devo ammettere che si tratta di un set spettacolare, dove la band alterna brani della tradizione folk inglese con composizioni più vicine al rock e al progressive. Non fatico ad immaginare il pubblico che balla sulle note di Scotch Mist o della conclusiva We can Sing Together (della durata di ben 12 minuti). Una meraviglia. Set #4 – Genesis TRACKLIST CD 1: 01. Watcher Of The Skies TRACKLIST CD 2: 06. The Return Of The Giant Hogweed FORMAZIONE Tony Banks – Hammond, Mellotron, electric and acoustic pianos, 12-string guitar, back vocals Ed ecco finalmente il clou del Charisma Festival, la band che gli 8.000 spettatori stavano aspettando con ansia. Salgono sul palco del Palasport di Reggio Emilia i grandi Genesis, per la seconda volta in Italia dopo il lungo tour del 1972 (che presto sarà oggetto di un corposo post sulle pagine della Stratosfera). I Genesis, che hanno riscosso un incredibile successo di pubblico e di vendite sul nostro patrio suolo, di più che nella loro natia Inghilterra, erano impegnato nel “Foxtrot Tour”, per promuovere l’omonimo disco da poco pubblicato. L’apertura è lasciata al mellotron di Tony Banks che introduce Watcher of the Skies. Seguono due tracce da “Nursery Cryme”, The Musical Box e The Fountain of Salmacis (reinserita nella scaletta dopo un periodo di abbandono). Dopo Get ‘ Em Out By Friday, viene sciorinata l’intera suite Supper’s Ready. Pubblico in delirio, ma c’è ancora tempo per proporre un altro capolavoro da “Nursery Cryme”, The Return of the Giant Hogweed. Il pubblico rumoreggia e i Genesis ritornano per il bis. “Grazie Italia!” urla Peter Gabriel e partono le note di The Knife, dal glorioso “Tespass” a chiudere definitivamente il concerto. La versione del concerto qui pubblicata è di ottima qualità, col suono rimasterizzato. Per concludere, questa strenna natalizia vi regalo il concerto integrale dei Genesis al Palasport di Roma, il 22 gennaio 1973, seconda e ultima tappa del Charisma Pop Festival. Solo il set dei Genesis è sopravvissuto. Le esibizioni delle altre band mancano completamente sui bootleg e sul web. Magari scopriamo che qualcuno di voi ha ancora dei nastri sepolti nei cassetti con i set mancanti. Forse è la volta buona di riesumarli, Bonus CD – Genesis live in Roma, Palasport, 22 gennaio 1973 TRACKLIST CD 1: 01. Watcher Of The Skies Il concerto romano fu altrettanto caloroso. I Genesis riproposero la stessa scaletta di Reggio Emilia ad eccezione di Get ‘Em Out By Friday che venne esclusa. Dal concerto vennero tratti parecchi bootleg. Di sopra le copertine, alcune riportanti la data sbagliata (quella del 19 anziché del 22 gennaio). Anche la qualità della registrazione varia a seconda dei bootleg. Io ne possiedo due versioni: un soundboard e un audience. Preferisco la versione audience anche perché nel soundboard in molti brani non si sente la voce di Peter Gabriel.
Annotazione finale: tutti i set presentano una qualità di registrazione molto buona, tenuto conto del tempo intercorso. E qui si conclude questo lungo e articolato post. Mi scuso per essermi dilungato un po’ troppo, ma francamente non avevo intenzione di spezzare il post in due parti.
Saluti e buon ascolto da George & Osel.
PS – se ancora non ve li siete procurati, voi suggerisco di farvi regalare per Natale questi due libri, che faranno la felicità di tutti gli appassionati dei Genesi (come il sottoscritto). Il primo è il già citato “Genesis – Gli anni Prog” di Mario Giammetti (Giunti, 2014), il secondo si intitola “Genesis in Italia. I concerti 1972-1975″ di Mino Profumo (Segno, 2015). Link CD 1 – Capability Brown Post by George – Music by Osel & George |