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27 Giugno 2012
Passeggiata sotto le stelle.Intorno al Quirinale: la strada Pia. Da Montecavallo alle Quattro Fontane.
Percorreremo il primo tratto dell'antica Strada Pia corrispondente all'attuale via del Quirinale, che si estende dall'omonima piazza fino al crocevia delle Quattro Fontane.
Questo percorso è disseminato di antiche testimonianze del nostro patrimonio storico-artistico.
La prima tappa sarà la terrazza-belvedere davanti alla monumentale residenza estiva dei pontefici, il Palazzo del Quirinale, marcata dallo spettacolare complesso costituito dai due Dioscuri, gruppo scultoreo di età romana, dall'obelisco egizio e della fontana.
Lungo la strada, allineate e poco distanti tra di loro, troveremo due delle massime espressioni di architettura barocca romana. Si tratta delle facciate delle chiese di S.Andrea al Quirinale e di San Carlino alle Quattro Fontane, realizzate nella seconda metà del XVII secolo rispettivamente da Gianlorenzo Bernini e da Francesco Borromini.
Infine giungeremo al crocevia ornato con le Quattro Fontane per volere di papa Sisto V che qui fece intersecare la strada Pia con quella che portava il suo nome, la Strada Felice.
Dall'incrocio si possono vedere, in lontananza, oltre a quello del Quirinale, gli obelischi di Santa Maria Maggiore, di Trinità dei Monti, e infine la michelangiolesca facciata interna di Porta Pia.
La Strada Pia.
La rettificazione dell'antica Alta Semita fu l'ambiziosa idea di papa Pio IV (1559-1565) che volle spianare una via diritta sul crinale del colle Quirinale. La via fino ad allora era stata indicata solamente come "via che da Montecavallo va alla porta Nomentana"; dal 1565, anno in cui fu terminata venne denominata "Strada Pia" in onore del pontefice.
Questo singolare monumento funerario fu costruito intorno al 20 a.C. in soli 330 giorni. Ispirato alla moda egittizante in voga a Roma dopo la conquista dell’Egitto, la piramide voluta da Caio Cestio, rimane unica nel suo genere fra i monumenti romani antichi. Alta 37 metri, contiene una cella funeraria rettangolare coperta da volte a botte, affrescata con figure femminili e pitture ornamentali.
Il Ludus Magnus era la più grande e importante palestra dei gladiatori a Roma, collocata direttamente al Colosseo, da una galleria sotterranea. Gli scavi effettuati fino ad ora hanno portato alla luce solo la parte settentrionale dell'edificio di cui però si può ben riconoscere la cavea.
La vera struttura del Ludus Magnus, costruita da Domiziano, ci è pervenuta tramite un frammento della Forma Urbis: era un edificio a tre piani, composto da un'arena di forma ellittica, copia a scala ridotta di quella del Colosseo (asse maggiore 62 metri, asse minore 45 metri) circondato da gradinate che poteva ospitare 3000 persone.
L'abbandono della struttura si data a partire dal VI sec., quando l'edificio venne utilizzato come area per modeste sepolture.
Intorno al Ludus Magnus dovevano esserci altri edifici simili fatti costruire da Domiziano e tutti del medesimo tipo con arena e cavea e con ambienti eventualmente porticati: il Ludus Matutinus destinato all'allenamento dei venatores (le grandi cacce che si svolgevano di mattina) e situato sul Celio, il Ludus Dacicus e il Ludus Gallicus (quest'ultimo situato sul Celio) che devono il loro nome al luogo d'origine dei gladiatori che vi alloggiavano.
Nelle immediate vicinanze della scuola per gladiatori erano situate tutte quelle strutture collegate per la loro funzione al Colosseo come ad esempio: lo spoliarium, dove venivano sistemati i cadaveri dopo gli scontri e spogliati delle loro ar- mature; il saniarium, un piccolo "pronto soccorso" che serviva per il ricovero e la cura dei gladiatori feriti; il summum choragium, il magazzino dove venivano conservati gli "scenari", le macchine, i costumi e ogni genere di attrezzi e apparati destinati alla realizzazione delle scenografie per il Colosseo; infine da segnalare l'armamentarium, il deposito dove erano sistemate le armi utilizzate dai gladiatori ed erano situate anche le officine destinate alla riparazione di armi e armature.
Roma va ammirata di notte, in pieno chiarore lunare, quando le grandi masse architettoniche appaiono più pure e perfette. Così sostengono molti romani.
Ma, se le tenebre esaltano l’armonia degli edifici, è pur vero che di notte bisogna guardarsi da quelle inquietanti presenze che nella città dei papi hanno da sempre trovato un fertile terreno. Secondo alcune leggende, diversi fantasmi si aggirerebbero per la città e, forse, con un po’ di immaginazione, è possibile scovarli nei loro ritrovi abituali. I protagonisti di alcune torbide vicende, infatti, a volte tornano nei luoghi frequentati in vita o dove sono morti, per riaffermare in qualche modo la loro personalità volitiva.
Da Beatrice Cenci, decapitata davanti a Castel S. Angelo nel 1599, a Giordano Bruno, arso a Campo de’ Fiori nel 1600, da Donna Olimpia Pamphili, la celebre “Pimpaccia” di Piazza Navona, a Lorenza Feliciani, la moglie di Cagliostro, ad altri personaggi meno noti, ma altrettanto interessanti …
Scendendo una lunga scaletta, posto nei sotterranei dell’ex Pastificio Pantanella, si raggiunge il mitreo del Circo Massimo, considerato uno dei più grandi luoghi di culto conosciuti a Roma. Il santuario ipogeo fu riadattato nel III sec. d.C. all'interno di un edificio preesistente di età imperiale, probabilmente connesso con il Circo Massimo.
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