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Alla ricerca dell'antica Buca, ritrovata una seconda ancora di duemila anni fa

TERMOLI. Dopo la ricognizione di ieri in mare tra Termoli e Petacciato, nella zona denominata Aspro, effettuata dal Nucleo Sommozzatori Carabinieri di Bari, il Circolo Nautico Termoli e l’Assonautica Molise, questa mattina alle 10 ci sarà il recupero della seconda ancora romana dal peso di 450 kg, che giace sui fondali da duemila anni; intanto i Carabinieri Sommozzatori hanno avvistato una terza ancora mastodontica a due fori  e il tutto tende ad avvalorare l’ipotesi dell’esistenza dell’antica città di Buca, col relativo porto, a nord di Termoli, verso la marina di Petacciato. La scoperta di tali reperti millenari toglie il dubbio sulla casualità del primo ritrovamento, oggi collocato nell’Istituto Alberghiero “Federico di Svevia” a Termoli, e suggerisce la presenza di un punto fisso di ancoraggio e di transito delle navi “onerarie” romane. Dagli studiosi locali è data quasi per certa l'esatta posizione della antica città di Buca abitata dai Sanniti, di cui parlano quattro scrittori autorevoli: Plinio il Naturalista, Pomponio Mela, Tolomeo e, l’unico vero “geografo” del gruppo, Strabone: quest’ultimo aveva collocato questo centro abitato tra il fiume Tiferno (Biferno) e Istonio (odierna Vasto). Strabone scrive: "Dopo l'Aterno vi é Ortona, porto dei Frentani e Buca, anch'essa dei Frentani, confinante con Teano Apula-Civitate", e ancora: "Dopo del lago (di Lesina) si naviga ai Frentani e a Buca: dall'una e dall'altra parte del lago, sia fino a Buca che fino al Gargano vi sono duecento stadi". Addirittura lo storico Theodor Momsen, nei suoi schizzi di Geografia antica, pone in modo improbabile la città di Buca nel sito dove oggi sorge Termoli. Teoria ampiamente contrastata, sulla quale è inutile soffermarsi. Ma ora faccio l’avvocato del diavolo: esiste davvero il porto di Buca? E l’ancora ad uncino, recuperata lo scorso anno dai sub, è di epoca romana o no? E l’altro ceppo da recuperare oggi è il gemello di quello già recuperato? Sembrerebbe di no, date le dimensioni diverse. Il sito delle ancore che cos’era? Un punto di attracco? O una nave romana ha fatto qui naufragio? A questo punto, le ancore visualizzate sono troppe per una nave sola che abbia fatto naufragio. Allora, c’era un porto canale? Sui tanti  misteri gli  studenti basso molisani delle scuole superiori, che hanno aderito al Progetto Atlantide, hanno studiato anche i commerci, le rotte, i porti, i cibi, il vino, le spezie, creando ricette e bevande dell’epoca dei Frentani e dei Romani, iniziando con un banchetto d’epoca frentana, poi con uno di epoca romana etc.             Comunque ci sono, in questo tratto di mare, resti di mura che cingevano una città, si chiamasse o no Buca, sprofondata per una terribile frana e ricoperta da duemila anni di sedimenti. E’ logico che si sia estremamente tentati dall’accettare la coincidenza fattuale di Aspro-Buca. Per i cittadini basso molisani equivarrebbe ad aver scoperto la loro straordinaria Atlantide sommersa, o il mitico Eldorado, perché hanno piena coscienza dell’enorme rilevanza storico-archeologica della scoperta. E’ noto che in zona, soprattutto su fondali più bassi, erano e sono presenti i segni di un insediamento umano, che giustifica l’ancoraggio di navi romane. L’intera zona e i relativi reperti andrebbero valorizzati come grande risorsa ai fini turistici; inoltre con rigore scientifico e congrui finanziamenti si dovrebbe sistematizzare la ricerca. Michela Tartaglia -- ASSONAUTICA PROVINCIALE DI CAMPOBASSO C/O Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Campobasso Piazza della Vittoria, 1 86100 CAMPOBASSO IBAN: IT23 B084 1441 1300 0000 0001 420 - Banca Molisana di Credito Cooperativo (Filiale di Termoli) www.assonautica.cb.it